Appena oltre, il rumore del bosco.
Lingue sconosciute fatte di rami spezzati, frullare di ali, sibili striscianti, singulti, richiami. E poi, l'improvviso silenzio, lo stormire delle fronde al tocco ora delicato ora brusco della brezza. Il vento che porta la tempesta. Il vento che porta voci lontane, risa di bambini, imprecazioni, echi indefinibili di parole confuse. Echi a percorrere la valle, a infiltrarsi tra i sentieri ancora umidi di rugiada, tracce di uomini, tracce di animali. Luce che filtra e gioca tra i tronchi. I think it was June. I remember the amber waves of grain while driving slowly in those secondary roads lined with trees.
Bold and proud, they seemed to defy the sky. Tall and vigorous, they talked of an ancient magnificence, strengthen by the severity of the times they have experienced. And then, there they were: red spots, and white spots, and green spots for sure, but I swear I saw also wriggles of lapislatzuli and stains of topaz and blades of emerald and sobs of ruby and flashes of gold, among those amber waves that moved gently. Dust rose from the border of the road, and faded away in the air. I think it was June, and I was in the middle of nowhere, among hills and fields and country roads of gravel, and white dust. And the houses were far away, and troubles were far away, and the mind was free and open and excited. Talk Talk on the radio. Happiness is easy. The sense of belonging, the sense of being one. Se solo potessi raccogliere e trattenere la bellezza che vedo intorno, che mi sfiora, che si palesa all'improvviso e subito svanisce in fiotti di luce e odori e immagini imprecise e ombre sfuggenti e suoni lontani e frasi spezzate.
Nel silenzio ancora composto di certe mattine, nelle piazze vuote cui si affacciano finestre ancora chiuse, nei luoghi d'incontro in attesa di una loro ragione, nelle scale e vie che avvolgono la collina in un abbraccio di pietre e sassi, di cemento e storia, di vita e di umane passioni. Una finestra socchiusa, una musica lontana che riempie il vuoto della piazza, la accarezza, la prepara per il nuovo giorno. Immensa, infinità gioia all'inizio di un nuovo giorno. Tutte le parole sono cadute a terra, come foglie e insieme ad esse. Traiettorie lente e voluttuose giù giù fino a trovare un attimo di pace sull'asfalto bagnato. Mucchi piccoli e grandi, rimescolati da folate di vento, spazzate via e ricomposte poco oltre.
Sono lì, al margine della strada a marcire sotto la nebbia lattiginosa, a contorcersi sotto i raggi di un sole a volte ancora tiepido. Puoi ancora distinguerle se vuoi. A tratti, per un attimo solo, spezzoni di parole, frasi interrotte, esclamazioni, dichiarazioni d'amore, urla di rabbia, imprecazioni, preghiere. Vortice di suoni. Le puoi anche sentire se solo riuscissi ad annullare il brusio del mondo intorno, se solo potessi riempire di silenzio la valle immensa questa vita. Echi lontani confusi con sussurri senza tempo e spazio. Litanie cui si sommano i colori che intorno a loro si addenseranno e fonderanno. Nenia, filastrocca chiusa su se stessa. La tentazione di raccoglierle quelle parole o, almeno ciò che ne resta. Raccoglierle, tentare di riavere quelle vibrazioni di vita, limpidi lampi di energia e forza che trascendevano i limiti solo in seguito scoperti e subiti. Plasmarle ancora, connetterle, pregarle di nuovo quasi si potesse tramite loro ricostruire il tempo, riaprirne le porte, tornare a rivedere le stelle. Vuote sono le strade
Vuoti i giardini le piazze gli incroci Semafori a regolare il niente Rosso, tempo d'attesa Verde, giallo, rosso Colori fondamentali in ciclico eterno perverso ritmo Indicazioni e suggerimenti dai grandi schermi al plasma Messaggi led consigliano ed informano Adesso ora sempre Il meglio comunque Per te e per il tuo futuro Individuo unico essenziale indispensabile Frutto cui tutto va dato, comunque Il silenzio si avvolge in trame leggere lungo i viali Sale verso il centro assecondando ogni curva Lento e tenace come lo erano i bus semivuoti di epoche andate Al tramonto potresti sentire fiotti di pensieri farsi troppe domande Su un mondo dove la confusione è un'idea vincente E gli adepti di nuove religioni si raccolgono urlanti per i riti dovuti Dove in roghi virtuali sono bruciati i nuovi nemici del giusto E osannati gli eroi in giacca a cravatta che illuminano il futuro Flussi di elettroni in processori arm a 64 bit Manciate di nanosecondi in disperata ricerca di dati Da filtrare ponderare ottimizzare presentare Nessuna ragione più forte della ragione stessa Sorgente e destinazione, motivo e mezzo e fine Come la vita In semplice ripetizione di se stessa Autoconservazione e riproduzione il solo scopo I tavoli del bar all'aperto Una tazzina da caffè vuota, Un portacenere Un giornale dimenticato Immagini e parole sbiaditi dal sole Tracce di passaggi non chiari Ipotesi di situazioni e ragioni non suffragate da prove Indizi, solo indizi di qualcosa che ancora sfugge La superstizione appena dietro l'angolo Si fa sempre più spavalda Il ghigno puoi già vederlo ripetuto e amplificato Medioevo prossimo venturo lo hanno già chiamato Gimme a reason for you watching me
Gimme a reason why I shouldn't talk to tell you what you already know so well Deep in your heart, deep in your soul Hidden, yet so evident It matters not, you say I can cope with that, you say It matters a lot I say And it is worth to tell and it is worth to listen to Don't let my words fall short in the hot air of another summer Gimme a reason to keep my head up And let me be proud of how we kept the time apart while wandering so many paths and roads Under so many names, so many faces Confused by so many languages and cultures My forehead so often wrinkled Myths and legends Before coming here Where my country lies Il mese dei giorni più corti, il mese delle ore fredde del mattino e delle mani in tasca, quando il sole è debole e debole è il cielo vittima incolpevole di di quelle forme grigie che si avvolgono e sfuggono come sogni all'alba e come sogni svaniscono nel nulla.
Tratti di luce a definire i confini e creare spazi di esistenze effimere e impreviste. L'idea di un caffè caldo è quasi come sentire il suo profumo nell'aria. Ti costringe ad affrettare il passo ed entrare nel piccolo locale appena prima delle antiche scale. Libri e giornali, un mattino come tanti, il buongiorno di sempre, le foto appese alle pareti, frasi e tratti di storie incorniciate in sentenze senza tempo a disposizione di chiunque voglia leggere. Sguardi severi di avventori per un attimo distratti dai loro pensieri. Giovani e non, soli o in coppia, brevi saluti, parole soffuse, sguardi a scrutarsi per un istante. Il mondo fuori dai vetri ha una diversa consistenza ora. E diverso è osservare gli altri passare dentro e oltre le ombre, sfiorare lame di luce, intrecciarsi nei vicoli laterali di una città austera che rimpiange un passato neppure così lontano ma che non le appartiene certo più. Il mese dei giorni corti e la sua pessima abitudine di piegarsi verso la vita di ieri infilando il presente in tunnel scivolosi e senza uscita. Il mese dei giorni corti, il suo fascino languido e intimo in mattine fresche baciate da un sole debole, viziate da ombre solide e mutevoli. Il mese delle notti lunghe e piene di stelle e promesse. Sembra quasi che ci sia un equilibrio in tutto questo. Lasciare tutto ben al di fuori del perimetro essenziale Senza incertezze nè rimorsi, scartare ben più di quanto strettamente necessario. L'errore, anche non trascurabile, non sia di freno al moto centrifugo con cui cerchi di scrollarti di dosso non volute categorie e regole da altri definite e da altri ancora ribadite e riproposte fino alla nausea A volte, abiti non tuoi o una cravatta di troppo possono cambiare prospettive e stabilire alleanze mai cercate Fortunata assenza di antichi splendori Desiderata assenza di evidenti certezze Ti volti un attimo ad osservare quei sepolcri più o meno imbiancati di sterile correttezza La loro compiacente mediocrità cullata in prigioni di lusso spacciate per colorate libertà Nascondono così bene il ritmo del mondo, la sua melodia distratta e sussurrata. Incanto e disincanto, illusione e inganno Stretti per mano, come sempre, a guardarsi negli occhi a fare un altro giro di danza mentre questo pianeta galleggia nel silenzio dell'universo D'altra parte sette porte sono troppe da aprire e sei nomi troppo lunghi da ricordare. E se 4 bandiere garriscono insieme allo stesso vento, allora dammi un biglietto di sola andata e un nome tra i tanti Lascia che sia il nome, e diventi il luogo, e cancelli la strada percorsa. Nessun legame nè ricordo quando non c'è nulla da ricordare e un nome vale l'altro ed ogni direzione può essere insieme giusta e sbagliata. Un treno da aspettare nella vecchia stazione, periferia di storie sempre eguali e moltitudine in silenzio sotto cappelli scuri e pessimi tatuaggi Che sia il crepuscolo o l'alba poco importa quando c'è un motivo da lasciare alle spalle e un futuro che aspetta da qualche parte Una valigia neppure troppo grande, le mani in tasca, gli occhi limpidi di chi sa e vuole Il re lucertola ha la voce suadente di un messia, e struggenti sono le sue melodie nelle lunghe sere d'estate quando gli specchi hanno smesso di guardare e nessun volto vi è più riflesso Doveva essere amore quello che l'aria portava a piene mani in quei giorni strani, Doveva essere amore quella frenesia di essere e di vivere |
AuthorStories and novels, stories and shades of words. Sapphire can be a voice, a whisper, a night talk. Colours in words, words merged and melted with pictures. Words as colours, words as shapes sometimes overlapping with the visual experience. A different way to see the world or, maybe, just the very same way using different tools and finding different paths. Archives
September 2019
Categories
All
|