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Il ritmo del tempo

4/9/2017

 
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Il labirinto di siepi, viali contorti e senza apparente via d'uscita
Eterno girovagare lungo strade sempre eguali e a se stesse nascoste comunque illusorie.
Per un attimo ancora credere di aver scelto la sola via da scegliere
L'uomo si avvicinò al limitare estremo del sentiero. 
Rimase in piedi a fissare un punto indefinito di fronte a lui, oltre l'orizzonte visibile
Immobile, solo, apparentemente lontanissimo ed estraneo a tutto.
Si scosse un attimo, lentamente, accese una sigaretta
Riprese a fissare il punto all'orizzonte
Uno scoiattolo attraversò veloce il sentiero e velocemente scomparve tra i rami di uno dei tanti alberi.
Lontano, dall'altra parte del giardino, una donna ed un bambino camminavano senza fretta.
L'aria era calma e quasi piacevole. Una brezza leggera veniva a tratti a far frusciare i rami dei grandi alberi intorno
La donna ed il bambino scomparvero dietro l'antico palazzo.
L'uomo spense ciò che rimaneva della sigaretta.
Lo scoiattolo osservava seminascosto tra i rami
Il vento riprese il suo duetto con le fronde degli alberi
Il tempo battè di nuovo il suo ritmo.
La vita continuava sulle stesse frequenze di sempre.

Di solida roccia

3/9/2017

 
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Solida come roccia scolpita, vaga come sogno al nascere del giorno
Strati di tempo a depositarsi leggeri e monotoni sulla superficie graffiata e rugosa di cento e cento storie
Da mille direzioni diverse, interrote e tormentate, riprese, perdute, contaminate
Ogni volta ed ogni volta ancora a scrivere il loro voler essere, adesso e per sempre
La loro pretesa di aver vissuto ed essere state,
Consapevole orgoglio di aver dato e aver detto, di aver lasciato ed insieme preparato una via forse nuova, forse solo riscoperta
Comunque, ovunque, al di fuori e lontano dal tempo, prima ancora di esso.
Babele di possibilità mai realizzate, convoluzione e intreccio di tentativi sbagliati e interpretazioni oscure e ambigue.
Il gusto aspro dell'equivoco si allarga ad abbracciare la tua anima solitaria e silenziosa
Si insinua come il profumo della primavera gli ultimi giorni dell'inverno
Quando avverti la fine ma non vedi ancora un nuovo inizio
Assenza di orizzonti certi in certe albe monocrome e impacciate
Emozione e necessità di dover conoscere potendo sbagliare
L'ebrezza del non sapere ma saper intuire
Sul filo del rasoio, ogni volta
Capacità innata e incontrollata, fidata sensazione di un brivido lungo la schiena
Anche tu hai un nome, uno dei tanti. 
Forse banale, forse consuetudine di riti e tradizioni ormai lontane
Anche tu hai un nome, e mi piace pensarlo con il suono e il timbro che è già mio, esso stesso nato chissà dove e quando, e con cura conservato come la cosa più preziosa.
Mi piace pensarti libera dalle edulcorate banalità dei tempi, fuori da quei picchi di vuoto che corrodono l'anima e ne infettano l'esistenza costringendola ad equilibri forzati e artificiosi.
Mi piace pensarti imprevedibile come il volo di un gabbiano, come il vento che all'improvviso cambia direzione e scompiglia i capelli e muove le onde e fa garrire le bandiere sulle prue delle navi e i tetti delle case e porta l'odore del mare quando il mare è invisibile oltre la collina e fa volare lontano il giornale lasciato sul tavolo all'aperto e il cappello del signore alla fermata del tram e scivola sinuoso tra le fronde degli alberi in fiore e piega gli ombrelli proprio quando la pioggia è più forte e il portico più lontano.
Mi piace pensarti, ed aspettarti.
Come sempre.

Il senso del mondo

2/9/2017

 
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​Il senso del mondo o forse solo di questa vita
Magari di questi giorni e delle loro silenziose ore
Il ponte sul fiume, i suoi archi eleganti 
Centinaia di anni e migliaia di uomini 
In ogni stagione, comunque
Unico punto d'accesso, per tutti eguale
Ti voltasti a guardarmi
Un sorriso e uno sguardo d'intesa
Eri felice ed anch'io lo ero
Il tempo non aveva ancora steso le sue mani su di noi
E neppure pensavamo ad una tal cosa
L'aria fresca ci avvolgeva la mattina 
Ed era una benedizione il calore del sole 

    Author

    ​Stories and novels, stories and shades of words. Sapphire can be a voice, a whisper, a night talk.  Colours in words, words merged and melted with pictures. Words as colours, words as shapes sometimes overlapping with the visual experience.  A different way to see the world or, maybe, just the very same way using different tools and finding different paths. ​

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