Se solo potessi raccogliere e trattenere la bellezza che vedo intorno, che mi sfiora, che si palesa all'improvviso e subito svanisce in fiotti di luce e odori e immagini imprecise e ombre sfuggenti e suoni lontani e frasi spezzate.
Nel silenzio ancora composto di certe mattine, nelle piazze vuote cui si affacciano finestre ancora chiuse, nei luoghi d'incontro in attesa di una loro ragione, nelle scale e vie che avvolgono la collina in un abbraccio di pietre e sassi, di cemento e storia, di vita e di umane passioni. Una finestra socchiusa, una musica lontana che riempie il vuoto della piazza, la accarezza, la prepara per il nuovo giorno. Immensa, infinità gioia all'inizio di un nuovo giorno. Quel fiore osava germogliare con evidente insubordinazione e palese disprezzo della criticità dei tempi
Nonostante le raccomandazioni dei saggi, e i consigli a tenere un profilo basso e un atteggiamento consono alla gravità della situazione, lui perseverava senza incertezze nel voler proporre quelle sue forme fatte di armonia e colori garbati. Indifferente ed orgoglioso della sua bellezza incontaminata, ignaro dei commenti e critiche che lo accompagnavano, si mostrava nudo ed orgoglioso al mondo e al suo monotono grigiore. Nessuno badava a lui se non, di tanto in tanto, qualche bambino catturato dalla morbidezza di quei toni e dalla sua solitaria presenza. I sui occhi acerbi ancora capaci di brillare e cogliere d'istinto l'essenza di quell'estraneo che, senza chiedere alcun permesso, era venuto a ricordare la ricchezza dell'imprevisto, la forza del non atteso. Giurerei che anche qualche adulto fosse per un momento allontanato dalle contingeze e portato, almeno per un attimo, ad un livello di condivisione e comprensione ben differente. Giurerei di averne visto più d'uno rallentare il passo, distogliere lo sguardo tenuto fisso dalla fretta di una giornata di lavoro, e voltarsi quasi con sorpresa verso di lui, come fosse un amico ritrovato dopo tanto, o un ricordo di quelli che a volte prendono forma senza apparente motivo, e ti scaldano l'anima, e ti fanno uscire un sorriso. Giurerei d'averne visto più d'uno perdersi in quella parentesi imprevista. Ma labile era l'equilibrio, e brevissima la durata di quelle parentesi. Il mondo di sempre riprendeva la sua via e quel fiore, di chissà quale specie, rimaneva discretamente in disparte. A testimoniare la perenne solitudine della bellezza. Notte d'estate
Sfrontata bellezza Insidiosi percorsi in attesa dell'alba Altrettanto bella, dicono Per ora è solo questa notte che io respiro, e vivo Come paradiso mai avuto Sogno incompreso Deja vu di vita vissuta E amata On a December day, when the earth awakens, and the air is cold, and the breath still uncertain and slow.
On a December day, filled with the excitement and joy of a brand new day in a mystical yet sour land, where stories of saints and knights tell of ancient times and different men. A sour land where a gentle wind blows through the branches, and tell of myths never forgotten. On a December day, where a shy sun begins to warm up the air Dimmi di te e del buio che lasci alle spalle
Giardini di pietra corrosi dal tempo, preziose sensazioni di fascino raro tra le ombre fresche di estati ancora vive. Dimmi di te con la lentezza che serve, senza fretta, senza regole, senza studiati percorsi e lineari sequenze. Sguardo chiuso, confuso, celato. Forse perduto in stanze antiche o in compiaciute illusioni Gabbie e prigioni di confortevole certezza In cui ti attardi in attesa di altri giorni Sguardo lontano, sospeso, negato Segreta ricchezza nascosta ad un mondo nervoso e distratto Vertigine di luce incastonata in quelle pietre che gli uomini chiamano preziose Sepolte nel buio della terra in attesa di poter splendere. Dammi le pause e i silenzi, gli sguardi muti e complici, l'ostinata volontà di seguire strade difficili e diverse. In essi cercherò la via per i tuoi occhi punto di non ritorno oceano di colori tavolozza di vita da vivere oltre le convenzioni e le asfittiche correttezze di tempi mediocri. Standing silently
Staring forever Asking with no voice Mocking emotions Hinting a life Floating in the timeless realm of a dream to be dreamt. The dream of life. Ruvida è la bellezza. Non levigata perfetta liscia imbalsamata in attese e pretese senza tempo. Non composta, educata, incastonata ad arte tra luce ed ombra, danze ineguali che nulla aggiungono se non effimero piacere estetico in un attimo perso di fronte a nuovi giochi. Ruvida e informale, inattesa, non colta. All’inizio solo percepita, un attimo, qualcosa di indefinito, una sensazione senza razionale esperienza, oltre la consapevolezza, pura viscerale emozionale scoperta che si palesa a sua discrezione. “Primavera non bussa lei entra sicura, come il fumo lei penetra in ogni fessura” (*) Vive e respira l’incertezza del momento, la fragilità dell’essere, la consapevolezza del tempo e la sua forza a tutto indifferente, i suoi graffi, le sue promesse non mantenute. Brucia dell’energia cui non sa dare un nome, dei sogni che chiedono sempre il meglio ed il meglio ancora. La luna a volte e l’impossibile, tutto e il contrario di tutto. Ha gli occhi limpidi a riflettere il mondo dopo averlo purificato, ribaltato, rigenerato, trasfigurato. Trascina senza chiedere conto, non conosce sconfitte Bianca sfumatura, azzurra venatura, zaffiro, riflesso di rosso rubino. Crogiolo di colori direzioni decisioni impulsi strade aperte e da aprire ostacoli a dare forza valenza spessore ragione consistenza. Fuoco e neve pioggia e vento sole terra luce e di nuovo esperienza ruvida di umana creatura a vivere giorni a vivere notti di coinvolgente affanno, dolce passione, ritmo incalzante sguardo fuggevole ed acuto sensi amplificati, profumo di capelli ad inebriare confondere tormentare. Interazione e legame. Per un attimo o per sempre. (*) Fabrizio De Andrè, “Un chimico” dall’album “Non al denaro, non all’amore, nè al cielo” Harsh is the beauty. Not smooth, plain, perfect, embalamed in timeless waiting and expectations. Not polite, steady, artfully mounted among light and darkness, unequal dances adding nothing but ephemeral aesthetic pleasure in a moment lost in front of new games Harsh and informal, unexpected, not catched. At the beginning just perceived, a moment, something undefined, unclear, a sensation without any rational experience, beyond the awarness, pure visceral emotional discovery that reveales itself at its own discretion. "Spring does not knock, she enters confident, like the smoke she penetrate each slot" (*) She lives and breathes the uncertainty of the present, the fragility of being, the awarness of time and its strength to everything indifferent, its scratches, its broken promises. She burns of the energy you cannot give a name, of dreams that always ask for more and more again. The moon sometimes and the impossible, all and the contrary of all. She has clean eyes to reflect the world after having purified it, overturned it, regenerated it, transfigurated it. She Drags without asking, she does not know defeats. White shade, blue grain, sapphire red ruby reflection. Melting pot of colours, directions, decisions, impulses, paths opened and to be opened, barriers to give strength, thickness, reason, consistency. Fire and rain and snow and wind. Sun, soil, light and again harsh experience of human being to live days, and live nights of engaging wheezing, sweet passion, pressing rhythm, fleeting and sharp glance, senses amplified, scent of hair to inebriate, confuse, tantalize. Interaction and bond. For a while Or forever and ever |
AuthorStories and novels, stories and shades of words. Sapphire can be a voice, a whisper, a night talk. Colours in words, words merged and melted with pictures. Words as colours, words as shapes sometimes overlapping with the visual experience. A different way to see the world or, maybe, just the very same way using different tools and finding different paths. Archives
December 2021
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