As traces from other lives, as paces from a time with no name, I just wait for a new spin in this never ending game. Breathing deep the rough smell of the earth, the wet touch of the grass, the formless babbling of water, the blessed cold of the coldest winter, I embrace the sense and meaning of all the things. As a lullaby, all those fragments of sensations merge together into a single moment, overwhelming any other distraction or melody around. A lament maybe, or just a faint tune from nowhere, bouncing and echoing in my mind as so many other times. Let me alone now, 'cause I do not want to miss the hymn of this enchanted, grand orchestra singing the song of the life and rebirth
And which I am part of. Ho vissuto, lo ammetto.
Ed ho amato, e ho vissuto e ho sognato e ho amato I giorni correvano veloci, ed io non me ne curavo. All'ombra di certezze granitiche scorrevano le piccolezze del mondo e le sue ansie di sempre. Appena accennate, le venature di grigio che di tanto in tanto si presentavano, diventavano esse stesse sfumature e toni in una tavolozza dove i colori sembravano inseguirsi senza limiti e regole. Ho vissuto, lo ammetto. Non ho modo di nasconderlo, né lo voglio fare Neppure uno sguardo distratto, uno solo tra tanti, un attimo di curiosità o tiepido interesse.
Nessuno ti degnava della minima attenzione, nè tu avevi nulla da dire ad alcuno. Austera e fragile, aliena in un mondo di alieni, sola in mezzo a così tanti, te ne stavi in disparte a guardare senza dire, come una vera signora che ha visto fin troppo del mondo e della vita. Inattesa, surreale presenza in un fredda giornata di dicembre. Un giardino al centro della città, antiche vie, palazzi grigi di storia. Rare auto, lontane. Una domenica come tante, e come tante da riempire in qualche modo. Senza una vera ragione era la presenza di tutti lungo quei viali, il loro parlare piano, li portare il cane al guinzaglio fermandosi di tanto in tanto a curiosare tra gli oggetti antichi esposti su tavoli improvvisati. Tu eri la nota dissonante, la scelta sbagliata, il colore fuori luogo. Proprio per questo così affascinante. Solo una sciarpa nera al collo, lineamenti eleganti, grandi occhi scuri Un sorriso appena accennato o forse solo un pensiero congelato sul nascere, un'emozione non detta, una parola fermata prima di trasformarsi in suono. Difficile sostenere il tuo sguardo e le sue domande non fatte ma evidenti. Difficile immaginare i confini che hai attraversato senza saperlo. Nessuna strada evidente e nessuna indicazione, lussi e capricci di civiltà annoiate e senza futuro Difficile dire le anime che hai accolto e con te hanno avuto un nome, una storia, un inizio ed una fine. Una vita degna di tal nome. Angeli caduti, presenze effimere come la schiuma delle onde quando l'oceano si accanisce contro le rocce eterne delle coste e gli spruzzi bianchi, di forza, di rabbia, di orgoglio, di ostinata fierezza, salgono impetuosi verso il cielo cupo e distante. Hai visto tutto questo, forse altro, in altri giorni. Tu e non altri. Dimmi di te e del buio che lasci alle spalle
Giardini di pietra corrosi dal tempo, preziose sensazioni di fascino raro tra le ombre fresche di estati ancora vive. Dimmi di te con la lentezza che serve, senza fretta, senza regole, senza studiati percorsi e lineari sequenze. Sguardo chiuso, confuso, celato. Forse perduto in stanze antiche o in compiaciute illusioni Gabbie e prigioni di confortevole certezza In cui ti attardi in attesa di altri giorni Sguardo lontano, sospeso, negato Segreta ricchezza nascosta ad un mondo nervoso e distratto Vertigine di luce incastonata in quelle pietre che gli uomini chiamano preziose Sepolte nel buio della terra in attesa di poter splendere. Dammi le pause e i silenzi, gli sguardi muti e complici, l'ostinata volontà di seguire strade difficili e diverse. In essi cercherò la via per i tuoi occhi punto di non ritorno oceano di colori tavolozza di vita da vivere oltre le convenzioni e le asfittiche correttezze di tempi mediocri. Se solo potessi unire le fila di pensieri nati e subito dispersi, venuti alla luce in giorni di ben altro spessore.
Se potessi filtrare il rumore del mondo che ad essi si è col tempo sommato come polvere su una vecchia foto Se potessi rimuovere questo strato di contorti disturbi e interferenze che ne hanno corroso la fibra e l'essenza. Se potessi, solo per una volta. Allora, in quel preciso momento, in quel singolo punto ad atri invisibile, in quel tempo immobile solo percorso dal vento leggero di ricordi forse mai esistiti, di sensazioni filtrate via da altre vite, di reticoli di esperienze consolidate eppure labili quasi fossero sconosciute. Allora, finalmente, potrei dirti ciò che non ti aspetti nè puoi immaginare. If I only could merge the lines of thoughts born and soon dispersed, come to light in days of different depth If I could filter away the noise of the world that with the time has been accumulated as dust on a old picture If I could remove this layer of twisted troubles and interferences that have eroded their fiber and essence If I only could, for just one time Then, in that very precise moment, in that singol spot invisible to anyone else, in the motionless time only crossed by the light wind of memories perhaps never been, sensations surfaced from other lives, lattices of solid experiences yet fleeting as they were unknown Then, looking into your eyes, I could tell you much more than you expect or even imagine. Elsewhere is the place
Different the time Orthogonal the direction All about you Is a never ending flight An eternal missing A constant not to have Altrove è il luogo Diverso il tempo Ortogonale la direzione Tutto di te E' un continuo fuggire Un eterno mancare Un costante non avere Here, at the glass
Standing on the border of this lifeless time Memories flush out as cold water in a mountain spring Wreked in this unnamed land, I simply stand. And wait Still, I can hear those voices wisphering false promises of redemption Still I can sense those dimensions once I was in Where the time was the ruler, And both the beginning and the end were the gift. For they were the brackets enclosing the possibilities of my time. Standing silently
Staring forever Asking with no voice Mocking emotions Hinting a life Floating in the timeless realm of a dream to be dreamt. The dream of life. Watching deeply into your eyes
The ocean of emotions you carry Universe exploding with purple flames Ice and fire together melting the knowledge Electrons spinning around their atoms Particles of matter and hints of supernatural Intense sensation of immaterial life spread into the flat bead of intelligence not linked to a body yet Your eyes watching the birth of the universe As a Goddes of your own Ruvida è la bellezza. Non levigata perfetta liscia imbalsamata in attese e pretese senza tempo. Non composta, educata, incastonata ad arte tra luce ed ombra, danze ineguali che nulla aggiungono se non effimero piacere estetico in un attimo perso di fronte a nuovi giochi. Ruvida e informale, inattesa, non colta. All’inizio solo percepita, un attimo, qualcosa di indefinito, una sensazione senza razionale esperienza, oltre la consapevolezza, pura viscerale emozionale scoperta che si palesa a sua discrezione. “Primavera non bussa lei entra sicura, come il fumo lei penetra in ogni fessura” (*) Vive e respira l’incertezza del momento, la fragilità dell’essere, la consapevolezza del tempo e la sua forza a tutto indifferente, i suoi graffi, le sue promesse non mantenute. Brucia dell’energia cui non sa dare un nome, dei sogni che chiedono sempre il meglio ed il meglio ancora. La luna a volte e l’impossibile, tutto e il contrario di tutto. Ha gli occhi limpidi a riflettere il mondo dopo averlo purificato, ribaltato, rigenerato, trasfigurato. Trascina senza chiedere conto, non conosce sconfitte Bianca sfumatura, azzurra venatura, zaffiro, riflesso di rosso rubino. Crogiolo di colori direzioni decisioni impulsi strade aperte e da aprire ostacoli a dare forza valenza spessore ragione consistenza. Fuoco e neve pioggia e vento sole terra luce e di nuovo esperienza ruvida di umana creatura a vivere giorni a vivere notti di coinvolgente affanno, dolce passione, ritmo incalzante sguardo fuggevole ed acuto sensi amplificati, profumo di capelli ad inebriare confondere tormentare. Interazione e legame. Per un attimo o per sempre. (*) Fabrizio De Andrè, “Un chimico” dall’album “Non al denaro, non all’amore, nè al cielo” Harsh is the beauty. Not smooth, plain, perfect, embalamed in timeless waiting and expectations. Not polite, steady, artfully mounted among light and darkness, unequal dances adding nothing but ephemeral aesthetic pleasure in a moment lost in front of new games Harsh and informal, unexpected, not catched. At the beginning just perceived, a moment, something undefined, unclear, a sensation without any rational experience, beyond the awarness, pure visceral emotional discovery that reveales itself at its own discretion. "Spring does not knock, she enters confident, like the smoke she penetrate each slot" (*) She lives and breathes the uncertainty of the present, the fragility of being, the awarness of time and its strength to everything indifferent, its scratches, its broken promises. She burns of the energy you cannot give a name, of dreams that always ask for more and more again. The moon sometimes and the impossible, all and the contrary of all. She has clean eyes to reflect the world after having purified it, overturned it, regenerated it, transfigurated it. She Drags without asking, she does not know defeats. White shade, blue grain, sapphire red ruby reflection. Melting pot of colours, directions, decisions, impulses, paths opened and to be opened, barriers to give strength, thickness, reason, consistency. Fire and rain and snow and wind. Sun, soil, light and again harsh experience of human being to live days, and live nights of engaging wheezing, sweet passion, pressing rhythm, fleeting and sharp glance, senses amplified, scent of hair to inebriate, confuse, tantalize. Interaction and bond. For a while Or forever and ever |
AuthorStories and novels, stories and shades of words. Sapphire can be a voice, a whisper, a night talk. Colours in words, words merged and melted with pictures. Words as colours, words as shapes sometimes overlapping with the visual experience. A different way to see the world or, maybe, just the very same way using different tools and finding different paths. Archives
August 2020
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