Se questo mare silenzioso e teso, piatta uniforme liquida memoria di così tanti, anima del mondo, specchio a riflettere il cielo e le sue domande.
Se questo mare, sommesso e intenso nella sua intoccabile forza, nocciolo di energia chiusa in apparenti piccole onde, immense profondità a celare i misteri e le leggende che a volte, inattese, vengono a galla e si depositano esauste sulle spiagge ancora vergini delle euforie del giorno. Se questo mare cupo, tra il verde profondo e un blue che dialoga con il grigio del cielo, con il nero della notte che a breve sarà regina di questi spazi solitari. Se questo mare profondo avesse davvero la forza che si assume possa o debba avere, e volesse, questo mare, concedere anche solo per un attimo la pura bellezza della sua anima senza tempo né morale, pura, purissima essenza naturale senza coinvolgimenti nelle contese del mondo, flessibile anima che tutto sembra avvolgere e a niente appartenere. Se questo mare silenzioso e teso volesse per un attimo, uno solo, ascoltare ed accogliere, avvolgere e cullare, oltre le necessarie leggi del mondo, oltre le dovute regole di questo universo. Le sue onde spezzate e inquiete diventare languide e morbide come le spiagge di sabbia calda di altre stagioni, impreviste variazioni su temi noti ed attesi, derive di significato, imperscrutabili agganci a qualcosa che pulsa nel fondo dell'anima e non sai definire o chiamare. Questo mare silenzioso e teso, profondo come la vita. Avrei bisogno di lontananze d'azzurro.
Immobili orizzonti cremisi, verticali ascese ed improvvise vertigini A picco in collassi cromatici senza fine o inizio Strategie e tattiche lasciate sulla soglia del nuovo giorno Ad appassire al sole, a marcire sotto la pioggia, a purificarsi da eccessive attese e gratuite presunzioni Lo sguardo invece a seguire i muretti di sassi e calce bianca Che definiscono i confini oltre cui lo sguardo è obbligato a perdersi A piedi scalzi, terra bollente, sabbia, o sassi che siano, le questioni di scala hanno un loro senso e la piccolezza finalmente riconquistata è la prima ed essenziale ricchezza del nuovo cammino Per quanto lungo possa essere, per quanto sconosciuta sia la destinazione. I think it was June. I remember the amber waves of grain while driving slowly in those secondary roads lined with trees.
Bold and proud, they seemed to defy the sky. Tall and vigorous, they talked of an ancient magnificence, strengthen by the severity of the times they have experienced. And then, there they were: red spots, and white spots, and green spots for sure, but I swear I saw also wriggles of lapislatzuli and stains of topaz and blades of emerald and sobs of ruby and flashes of gold, among those amber waves that moved gently. Dust rose from the border of the road, and faded away in the air. I think it was June, and I was in the middle of nowhere, among hills and fields and country roads of gravel, and white dust. And the houses were far away, and troubles were far away, and the mind was free and open and excited. Talk Talk on the radio. Happiness is easy. The sense of belonging, the sense of being one. Vorrei seguire le strade contorte che portano ai tuoi occhi.
Senza mappe e con indicazioni tanto imprecise quanto ambigue vorrei perdermi nel cercarti. Fiumi di silenzio austero, valli a stento riconosciute, lingue straniere, sorrisi di incomprensione, cortesia e indifferenza in ognuno degli sguardi che mi fissano senza ascoltare ciò che ho da dire. Ogni percorso interrotto, ogni via chiusa su se stessa in ogni labirinto che ogni volta ridisegna le sue regole e i suoi inganni. Dovrebbe esserci un uscita da qualche parte, dovrebbe esserci un'uscita che non sia la stessa entrata. Girare a vuoto, ripassare nello stesso luogo, riconoscerlo con sgomento, lasciarlo di nuovo per un nuovo giro senza garanzia alcuna. Di nuovo far mente locale e ripetere che è l'istinto a dover guidare, e non la ragione. Di nuovo chiedersi dove tu sia, e quale la strada che possa portarmi a te. Se solo potessi raccogliere e trattenere la bellezza che vedo intorno, che mi sfiora, che si palesa all'improvviso e subito svanisce in fiotti di luce e odori e immagini imprecise e ombre sfuggenti e suoni lontani e frasi spezzate.
Nel silenzio ancora composto di certe mattine, nelle piazze vuote cui si affacciano finestre ancora chiuse, nei luoghi d'incontro in attesa di una loro ragione, nelle scale e vie che avvolgono la collina in un abbraccio di pietre e sassi, di cemento e storia, di vita e di umane passioni. Una finestra socchiusa, una musica lontana che riempie il vuoto della piazza, la accarezza, la prepara per il nuovo giorno. Immensa, infinità gioia all'inizio di un nuovo giorno. Tutte le parole sono cadute a terra, come foglie e insieme ad esse. Traiettorie lente e voluttuose giù giù fino a trovare un attimo di pace sull'asfalto bagnato. Mucchi piccoli e grandi, rimescolati da folate di vento, spazzate via e ricomposte poco oltre.
Sono lì, al margine della strada a marcire sotto la nebbia lattiginosa, a contorcersi sotto i raggi di un sole a volte ancora tiepido. Puoi ancora distinguerle se vuoi. A tratti, per un attimo solo, spezzoni di parole, frasi interrotte, esclamazioni, dichiarazioni d'amore, urla di rabbia, imprecazioni, preghiere. Vortice di suoni. Le puoi anche sentire se solo riuscissi ad annullare il brusio del mondo intorno, se solo potessi riempire di silenzio la valle immensa questa vita. Echi lontani confusi con sussurri senza tempo e spazio. Litanie cui si sommano i colori che intorno a loro si addenseranno e fonderanno. Nenia, filastrocca chiusa su se stessa. La tentazione di raccoglierle quelle parole o, almeno ciò che ne resta. Raccoglierle, tentare di riavere quelle vibrazioni di vita, limpidi lampi di energia e forza che trascendevano i limiti solo in seguito scoperti e subiti. Plasmarle ancora, connetterle, pregarle di nuovo quasi si potesse tramite loro ricostruire il tempo, riaprirne le porte, tornare a rivedere le stelle. Voglio l'aspro di una terra di confine, l'odore del mare all'alba, l'imprevisto del vento a cambiare progetti e destinazioni
Voglio Lo schiaffo delle onde, il tormento di una spiaggia bollente e dei suoi sassi a ferire i piedi nudi, il silenzio delle notti d'estate inquinate di stelle e d'amore. La sensazione indefinibile della rugiada in un prato quando ancora il giorno deve scrollarsi la notte di dosso, la vertigine di uno sguardo che penetra l'anima, il brivido lungo la schiena di un'emozione inattesa e la confusione che questa lascia dopo aver frantumato ogni senso comune Vengo da terre aspre, coltivate e sopportate con fiero orgoglio e mesta consuetudine.
Caparbie esperienze di altri in giorni lunghi e storie contadine Un paese spezzato e con pazienza ricostruito Porto con me le storie di mille e forse più, sconosciuti e dimenticati al metro della storia eppure solidi come roccia, forti come le piogge in inverno, gentili come la brezza leggera che muove il grano a giugno Da costoro vorrei aver imparato, a costoro devo con orgoglio ciò che sono e ciò che ho voluto non essere Posso solo dirti che i tempi sono cambiati e alla fine è solo questione apparenze.
E se anche gli specchi rimandano storie piatte ma splendenti, sembra comunque che troppi passi siano stati fatti, e i confini una volta labili ed elastici abbiano alla fine compreso il ruolo che loro compete e il senso della separazione cui devono attenersi per legge naturale. Ciascuno ha di che parlare, e non sarà certo un uomo sottile a fare della sua ballata una nuova stagione di vita con ammalianti prospettive sempre a portata di mano. Vedo nuvole di un autunno pigro addensarsi lente all'orizzonte. Cumularsi e concentrarsi in attesa di benedire la terra con una pioggia lenta e pacata. Suppongo siano altrove le metodiche gesta di tanti che hanno imparato a cogliere occasioni ed imbrigliare frammenti di vita in collane di eventi da condividere all'inizio di ogni giorno. Avatar impietosi ricordano quanto sia fragile essere, e quanto vero possa essere il solo apparire scambiato per essere. Confusione. E allora, posso solo dirti che i tempi sono cambiati, ed è difficile oggi leggere dai tuoi occhi il senso del mondo che sempre sapevi darmi. Notte d'estate
Sfrontata bellezza Insidiosi percorsi in attesa dell'alba Altrettanto bella, dicono Per ora è solo questa notte che io respiro, e vivo Come paradiso mai avuto Sogno incompreso Deja vu di vita vissuta E amata |
AuthorStories and novels, stories and shades of words. Sapphire can be a voice, a whisper, a night talk. Colours in words, words merged and melted with pictures. Words as colours, words as shapes sometimes overlapping with the visual experience. A different way to see the world or, maybe, just the very same way using different tools and finding different paths. Archives
December 2021
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