Solida come roccia scolpita, vaga come sogno al nascere del giorno
Strati di tempo a depositarsi leggeri e monotoni sulla superficie graffiata e rugosa di cento e cento storie Da mille direzioni diverse, interrote e tormentate, riprese, perdute, contaminate Ogni volta ed ogni volta ancora a scrivere il loro voler essere, adesso e per sempre La loro pretesa di aver vissuto ed essere state, Consapevole orgoglio di aver dato e aver detto, di aver lasciato ed insieme preparato una via forse nuova, forse solo riscoperta Comunque, ovunque, al di fuori e lontano dal tempo, prima ancora di esso. Babele di possibilità mai realizzate, convoluzione e intreccio di tentativi sbagliati e interpretazioni oscure e ambigue. Il gusto aspro dell'equivoco si allarga ad abbracciare la tua anima solitaria e silenziosa Si insinua come il profumo della primavera gli ultimi giorni dell'inverno Quando avverti la fine ma non vedi ancora un nuovo inizio Assenza di orizzonti certi in certe albe monocrome e impacciate Emozione e necessità di dover conoscere potendo sbagliare L'ebrezza del non sapere ma saper intuire Sul filo del rasoio, ogni volta Capacità innata e incontrollata, fidata sensazione di un brivido lungo la schiena Anche tu hai un nome, uno dei tanti. Forse banale, forse consuetudine di riti e tradizioni ormai lontane Anche tu hai un nome, e mi piace pensarlo con il suono e il timbro che è già mio, esso stesso nato chissà dove e quando, e con cura conservato come la cosa più preziosa. Mi piace pensarti libera dalle edulcorate banalità dei tempi, fuori da quei picchi di vuoto che corrodono l'anima e ne infettano l'esistenza costringendola ad equilibri forzati e artificiosi. Mi piace pensarti imprevedibile come il volo di un gabbiano, come il vento che all'improvviso cambia direzione e scompiglia i capelli e muove le onde e fa garrire le bandiere sulle prue delle navi e i tetti delle case e porta l'odore del mare quando il mare è invisibile oltre la collina e fa volare lontano il giornale lasciato sul tavolo all'aperto e il cappello del signore alla fermata del tram e scivola sinuoso tra le fronde degli alberi in fiore e piega gli ombrelli proprio quando la pioggia è più forte e il portico più lontano. Mi piace pensarti, ed aspettarti. Come sempre. Comments are closed.
|
AuthorStories and novels, stories and shades of words. Sapphire can be a voice, a whisper, a night talk. Colours in words, words merged and melted with pictures. Words as colours, words as shapes sometimes overlapping with the visual experience. A different way to see the world or, maybe, just the very same way using different tools and finding different paths. Archives
August 2020
Categories
All
|