![]() Quando la sera sembra essere un’ospite inattesa che si presenta quasi prepotente e certamente incurante di tutto e di tutti, allora si è costretti per un attimo a sospendere quelle attività più o meno consuete, quegli impegni, quegli affanni se così li si vuole chiamare, che rendono ogni minuto un intervallo di tempo troppo ristretto, uno spazio senza più spazio, cosicchè la mente non ha tempo nè di ricordare nè, tanto meno, di riflettere. Ed allora capita, in quei momenti, in quella parte del giorno che chiamiamo sera, che per un breve attimo, per lo spazio di un flash, con la luce della luna ad illuminare il mondo intorno quando le nuvole mosse dal vento aprono uno spiraglio verso terra, allora capita che il tempo riacquisti un suo significato e la mente, improvvisamente libera, torni ad avere memoria, e a riflettere. O forse solo a farsi cullare dolcemente, con indolenza, nel letto morbido di stagioni andate, di profumi solo a tratti ricordati. Un tavolo di pietra all’aperto e fiori di glicine, con il loro profumo intenso. I giochi di un bambino visti ora dall’adulto. Anni e settimane a mescolarsi senza una vera relazione, senza un’apparente ragione. Un volto a ricordare aspetti e modi, gioie e dolori. Sapere e sentire la tristezza della perdita insieme alla consapevolezza delle cose.
Poteva Brian passeggiare la sera, quel magico momento, per le vie antiche di una città distratta, poteva incrociare la moltitudine chiassosa e semplicemente sufficiente a se stessa, come chiusa in una bolla di sapone, senza per questo essere parte di nulla se non nel breve incrocio di sguardi, estranei, che accompagnavano i suoi passi. Quella sera l’aria era gelida, pungente. Il cielo coperto e di un grigio chiaro, quasi luminoso in qualche modo. “Aria di neve” disse Brian tra sè e se. Guardò ancora quel cielo compatto e grigio, uniforme, quasi solido e apparentemente così basso che sembrava potesse toccarsi con mano. Avvertì di nuovo il tocco gelido dell’aria, un brivido lungo la schiena. “Aria di neve”, ripetè a se stesso. La neve. Svegliarsi e trovare il mondo privo di colori. Solo in bianco e nero ma, proprio per questo, trovarlo incredibilmente bello, quel mondo. Il silenzio, la sensazione di una dimensione nuova, il tempo rallentato, la città cambiata e costretta a ritmi diversi e alla fine, al di là delle difficoltà, apprezzati e piacevoli. Si fermò un attimo Brian, si guardò intorno senza fretta. Pochissimi in strada e con una gran voglia di tornare il prima possibile a casa. Ascoltò il silenzio della notte e respirò a fondo la bellissima ed intima sensazione che questo gli dava. Il freddo era parte di quell’atmosfera e non poteva nè doveva essere altrimenti. Ogni suo respiro era una nuvola che si condensava davanti al suo viso per poi sparire lentamente dissolvendosi in moti che sembravano danze fatte di virtuosismi e giravolte. La notte, quella notte, si stava preparando per la sorpresa del mattino successivo. Comments are closed.
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December 2021
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